2 aprile 2009

3 Mistero del Rosario di Betlemme

III mistero: L’agonia di Gesu` nel giardino del Getsemani
Dal Vangelo secondo Luca: 22, 39-46
RIFLETTIAMO OGGI. La tua agonia, Signore, durerà` fino alla fine dei secoli, fino a quando durera` la sofferenza dell’uomo. Sulle tue spalle si concentra tutto il dolore e il male del mondo, e tu l’hai portato questo dolore e questo male, come agnello silenzioso e innocente. Il tuo unico conforto: abbandonarti nelle mani del Padre. A chi porta le conseguenze della violenza e dell’ingiustizia, a chi vede la sua dignita` calpestata e distrutta, a chi non vede una via d’uscita dal proprio dolore, dona, Signore, il conforto della tua presenza, dona il coraggio e la forza della speranza, nonostante tutto. Caro Gesu` Bambino,
“Sono un padre di famiglia, sono nato a Betlemme, ho tre figli ancora in tenera eta`. Ho studiato, ma non ho trovato il lavoro che sognavo, cosi` mi son dovuto adattare ad una occupazione molto umile. Ogni giorno mi alzo alle 3 del mattino, e parto prestissimo da casa per mettermi in fila, una lunga interminabile fila di persone che mendicano un lavoro, e passare di la` del muro. Mi spingono da tutte le parti e vado addosso alle reti che ci imprigionano. Mi sento un verme. Prima di arrivare al posto di controllo mi devo spogliare mezzo, anche se fa freddo, una cerimonia che mi e` diventata routine, ma alla quale non mi abituo mai. Se ci fossero i miei figli mi vergognerei di fronte a loro. Se sbaglio a posizionarmi per i controlli, o vado avanti di un centimetro in piu`, mi ricacciano indietro in brutto modo. I soldati mi scrutano da tutte le parti e mi osservano come se fossi un delinquente. Ogni mattina e` la stessa cosa… Quando arrivo al lavoro, sono gia` sfinito per la rabbia.”
“Sono una donna non piu` giovane, malata di cancro. A Betlemme non ci sono cure adeguate alla mia malattia, e devo recarmi tre volte la settimana in un ospedale a Gerusalemme, di la` del muro. Faccio fatica a camminare, lo stare in piedi per lungo tempo mi e` di enorme disagio; ho le gambe gonfie. Andare a Gerusalemme e` quasi una via Crucis per me. Oggi, soprattutto, e` stato terribile: Mi avvicino come il solito al metal detector, e sfortunatamente suona, mi comandano di rifare il controllo, e di passare di nuovo, il metal detector suona ancora. Mi comandano di togliermi la maglia , oltre alla giacca che gia` ho tolto, il metal detector suona ancora. Non so piu` cosa fare. Mi viene in aiuto una donna sconosciuta che gentilmente mi aiuta a tentare il passaggio, perche` ormai le mie gambe non tengono piu`, ma i soldati la ricacciano indietro, lei testardamente si mette ancora al mio fianco, e mi aiuta a continuare la mia spogliazione. Alla fine mi fanno passare, ma l’amarezza e la rabbia mi riempiono lo stomaco per tutto il giono. Se ci ribelliamo, se lasciamo intravedere solo un po` della nostra rabbia, ci trattano ancora peggio. Signore chi ci dara` la forza di continuare a sperare in un futuro di pace?”
Preghiamo Donaci, Signore, di non fuggire di fronte alla propria sofferenza e quella degli altri. Donaci di non dormire sonni tranquilli di fronte alla sofferenza del fratello, di coloro che hanno perduto la loro dignita` di uomini, degli oppressi. Te lo chiediamo nel nome di colui che ha abbracciato ogni dolore, tuo Figlio e nostro Fratello. Amen

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